Cos’è il rendimento composto e perchè consente di incrementare il capitale di N volte: come utilizzarlo

Gli investimenti finanziari hanno un grande potenziale perchè consentono di sfruttare il rendimento composto per incrementare di N volte il capitale iniziale nel corso del tempo, tutti i più grandi miliardari globali hanno raggiunto questo invidiabile traguardo utilizzando questo strumento matematico applicato ai mercati.
Persone come Warren Buffett, Bill Gates, Larry Page, Steve Jobs, Jeff Bezos, Mark Zuckerberg, ecc non avrebbero un patrimonio di miliardi di dollari se non avessero sfruttato il rendimento composto per le loro idee rivoluzionarie.

Facciamo alcuni esempi:

Berkshire Hathaway

E’ la società di investimenti di Warren Buffett (l’investitore più famoso al mondo definito come “oracolo di Omaha”). Nel 1965 Buffett raggiunse la maggioranza azionaria e ne assunse il controllo con un prezzo medio di acquisto di 15 $ ad azione. Negli anni ha trasformato il gruppo che è diventato un colosso di partecipazioni societarie e oggi un’azione vale circa 280 MILA $ e questo ha consentito un guadagno di oltre 18 MILA volte il valore iniziale (cioè oltre 1,8 MILIONI % circa) e questo ha reso Warren Buffett l’investitore più famoso del mondo (vedi la storia).

Microsoft

L’azienda creata da Bill Gates è stata quotata sul mercato nel 1986 e chi avesse investito dal primo giorno sul titolo avrebbe sborsato all’epoca 9 centesimi di dollaro per azione (per gli esperti il prezzo è riparametrato in base alle scissioni azionarie future).
Ad oggi il titolo supera i 180 $ ad azione e questo ha consentito un guadagno di circa 2000 volte il valore iniziale (cioè del 200 MILA % circa) a chi avesse mantenuto il titolo finora, nonostante le varie crisi che si sono susseguite nei decenni:

Amazon

L’azienda creata da Jeff Bezos è stata quotata sul mercato nel 1997 e nei primi giorni di quotazione il titolo è sceso ad un valore medio intono a 1,5 $ per azione.
Ad oggi il titolo ha quasi raggiunto i 2500 $ ad azione e questo ha consentito un guadagno di oltre 1600 volte il valore iniziale (cioè del 160 MILA % circa) a chi avesse mantenuto il titolo finora, nonostante le varie crisi che si sono susseguite nei decenni:

La medesima analisi può essere fatta anche per altri titoli come APPLE, GOOGLE, NETFLIX, FACEBOOK, ecc

Qual è la strategia di investimento?

Semplicemente l’acquisto e il mantenimento (strategia buy & hold) dei titoli di aziende solide con business in aumento costante nel corso del tempo perchè questo consente di sfruttare il rendimento composto delle azioni che andiamo a spiegare

Cos’è il rendimento composto

Prendiamo in considerazione il titolo di un’ipotetica azienda X in forte espansione che riesce a raddoppiare il proprio valore ogni anno (ipotesi irrealistica ma ci consente di semplificare i calcoli e capire il concetto), guardiamo la tabella sottostante:

Possiamo vedere che da un anno all’altro il rendimento è sempre del 100% (cioè il titolo raddoppia ogni anno), tuttavia chi investe nell’anno zero e mantiene l’investimento (buy & hold), l’incremento di valore negli anni successivi non riguarda solo il capitale iniziale ma anche i guadagni precedentemente effettuati proseguono il loro incremento, cioè si tratta di un guadagno sui guadagni precedentemente effettuati in modo esponenziale e questo è il RENDIMENTO COMPOSTO.

Matematica e azionario: guadagni infiniti e perdite limitate

I titoli azionari (tralasciando la leva finanziaria e i derivati) hanno un grande vantaggio:

Questo legame perdita limitata / guadagno illimitato è la caratteristica fondamentale dell’investimento azionario che rende però necessari questi approfondimenti:

APPROFONDIMENTI FONDAMENTALI

Diversificazione

Per ottenere i rendimenti evidenziati sopra è necessario selezionare aziende molto piccole (a livello di start up) ed individuare la nuova Microsoft del futuro o simili.
Da sottolineare che in fase di start up è molto più probabile selezionare un’azienda con elevate possibilità di fallimento (e relativa perdita totale del capitale investito) rispetto alla probabilità di trovare il nuovo futuro colosso.
Per il calcolo della probabilità quindi è necessario diversificare il più possibile il capitale iniziale in più società (evitando di investire tutto sul singolo titolo per quanto detto in precedenza); infatti più si divide il capitale in titoli differenti, più diventa probabile trovare titoli con ottime performance future, i cui guadagni esponenziali consentiranno anche di coprire agevolmente le eventuali perdite dovute a titoli fallimentari.

Per chiarire: chi avesse investito all’epoca 1000 $ sia in Microsoft che in altre società differenti (non sapendo a priori quale sarebbe stata la società migliore), anche in caso di fallimento di tutte le altre società con perdita totale del capitale iniziale, i guadagni di Microsoft (che ad oggi ricordiamo essere 2 milioni di $ partendo dai 1000 $ dell’epoca) sarebbero serviti sia per coprire le varie perdite, mantenendo un guadagno finale elevatissimo. Viceversa chi avesse investito tutto il capitale in un singolo titolo avrebbe perso tutto il capitale (a meno di non aver selezionato casualmente Microsoft, ma questo non sarebbe un investimento ragionato ma una scommessa).
Quindi per questo tipo di strategia (e in generale in ogni scelta finanziaria seria) è fondamentale la forte differenziazione del capitale in più società, altrimenti si corre solo il rischio di perdita totale del denaro.

Per diminuire il rischio

Se si vuole sfruttare il rendimento composto nel lungo periodo in modo quasi certo (senza però poter ottenere i ritorni visti in precedenza), è sufficiente investire negli indici di borsa dei più grandi mercati mondiali (tramite etf o fondi, vedi approfondimento) che nel lungo periodo hanno ritorni ampiamente positivi (ovviamente preferendo come timing di ingresso un periodo storico in cui i mercati hanno subìto una flessione in modo da acquistare a prezzi scontati, attenzione però a non continuare a procrastinare l’investimento in attesa di un crollo che magari non avverrà a breve, questo causerebbe la perdita di tutti i rialzi dovuti all’attesa).

Come esempio possiamo considerare l’indice S&P 500 che è l’insieme delle 500 aziende più importanti degli stati uniti (e quindi del mondo) che dal 1970 è cresciuto del 3000% nonostante alcuni periodi di forte recessione dove è arrivato a perdere anche il 50% dai massimi precedenti (i periodi migliori per iniziare l’investimento). Investire in un indice è differente (più sicuro) rispetto al singolo titolo perchè la singola azienda può fallire annullando tutto il nostro investimento (però può anche ottenere ritorni elevatissimi come visto in precedenza), mentre un indice che contiene le più grosse aziende globali non può fallire e nel lungo periodo incrementa mediamente il suo valore in modo quasi costante (nonostante la forte volatilità e le perdite che possono anche toccare il 50% nel breve periodo).

Anche accorciando il periodo di riferimento ed investendo nel momento sbagliato e cioè prima della crisi del 2008 (cioè sui massimi di periodo subendo tutta la crisi successiva) il capitale sarebbe raddoppiato (vedi sotto):

Oppure investendo dopo la crisi del 2008 (cioè sui minimi post crisi ed ottenendo i benefici del recupero) il capitale sarebbe cresciuto 4 volte in 10 anni (vedi sotto):

Ovviamente i benefici di un investimento post crisi rispetto ad un investimento pre crisi sono innegabili (infatti i guadagni di un investimento pre crisi sarebbero “solo” del 100% a fronte di un guadagno del 400% per investimenti post crisi), tuttavia evidenzia che anche chi avesse investito prima del 2008 avrebbe ottenuto ottimi risultati nel lungo periodo.

Ma allora chi perde sui mercati?

Chi perde denaro sui mercati sono gli “investitori” che vogliono tutto e subito o che non diversificano lasciando tutto il patrimonio su un singolo investimento o che vendono durante la fase finale dei crolli (anche lasciare tutto il denaro sul conto corrente non è diversificato e rischioso, vedi approfondimento).
Queste scelte errate vengono fatte perchè spinti da decisioni irrazionali del momento, infatti chi avesse investito sulla scia dei rialzi del 2007 vendendo immediatamente dopo il crollo senza avere la pazienza di aspettare il recupero successivo, avrebbe ottenuto una perdita secca del 50% del capitale. Oppure chi avesse venduto durante il crollo repentino di marzo a causa del covid, avrebbe perso il recupero successivo dei mercati, subendo una perdita oltre il 30% evitabile quasi totalmente (bastava non vendere sull’emotività e mantenere il portafoglio creato con criterio di diversificazione).

NB Il concetto di mercati sempre in crescita nel lungo periodo riguarda solo gli indici globali più importanti o portafogli creati in modo bilanciato, il ragionamento non è valido per il singolo titolo perchè la singola azienda (come detto più volte) può fallire azzerando totalmente l’investimento iniziale e questo deve essere chiaro per chi vuole investire, in modo da essere consapevole che la diversificazione è fondamentale.

Quanto impatta l’inflazione

Negli esempi precedenti (per semplicità) abbiamo completamente tralasciato l’inflazione.
La perdita di potere d’acquisto della moneta nel corso degli anni deve essere presa in considerazione, 1000 $ di oggi hanno un potere d’acquisto molto minore rispetto a 1000 $ del 1986 (quando per esempio il nostro lungimirante investitore si accingeva ad acquistare titoli Microsoft) e questo deve essere tenuto in considerazione per arrivare ad un risultato di guadagno reale.
Da questo sito (clicca) è possibile ricavare l’inflazione composta di ogni area valutaria tra due date differenti e possiamo vedere che l’inflazione composta degli stati uniti dal 1986 ad oggi è stata del 135% (in pratica per acquistare la medesima quantità di beni e servizi che nel 1986 costavano 1000 $, ad oggi sarebbero necessari 2350 $); quindi investendo 1000 $ e gli interessi maturati dal 1986 ad oggi in depositi a rischio zero con tutela dell’inflazione si sarebbe ottenuto un guadagno del 135% con un capitale finale di 2350 $ circa. Questo è un risultato nettamente minore (trascurabile) rispetto al ritorno del capitale di rischio del titolo Microsoft (analogamente per tutti gli altri titoli evidenziati in precedenza).
Inoltre la perdita di potere d’acquisto dovuta all’inflazione evidenzia perchè parcheggiando i soldi sul conto corrente si perde denaro nel corso del tempo (approfondisci).

Attenzione al cambio valutario

Per quanto riguarda i cambi valutari il problema non sussiste finché si investe in titoli della propria area valutaria, ma per un investitore della zona euro che investe in dollari e viceversa la questione è rilevante (ragionamento analogo per ogni zona valutaria).

Analizzando il grafico dell’andamento del cambio euro / dollaro (pur con variazioni che raggiungono anche il 100% tra minimi e massimi storici) si evince che esso fluttua storicamente intorno ad un valore medio di 1,2 $ per ogni euro, questo significa che non c’è una valuta che si apprezza o che perde valore in modo costante rispetto all’altra, quindi nel lungo periodo (e se il cambio dovesse mantenere questa tipologia di andamento) l’impatto può essere visto come “trascurabile”.

Il grafico EUR/USD va letto in questo modo: quanti dollari ottengo per 1 euro in quella data

Nonostante la fluttuazione storica intorno ad un valore medio, il valore del cambio è però fondamentale nel momento di investimento e disinvestimento; per un europeo che investe in titoli americani è fondamentale quanto segue:

Seguendo la regola indicata, l’investitore sarebbe certo di ottenere tutto il guadagno dell’investimento, a cui va aggiunto il guadagno dovuto alla variazione favorevole del cambio (che è un ulteriore guadagno che si aggiunge a quello del titolo);
viceversa se EUR/USD acquisto < EUR/USD vendita, la variazione sfavorevole del cambio impatterebbe negativamente sull’investimento (cioè ai guadagni del titolo andrebbe decurtata la perdita dovuta a una variazione sfavorevole del cambio)
.

Bisogna porre molta attenzione al grafico che si utilizza perchè nel caso del grafico opposto USD/EUR il ragionamento è capovolto e sarebbe: quanti euro ottengo per 1 dollaro in quella data e quindi l’investitore europeo in titoli americani che segue questo grafico deve ribaltare il concetto:

Il vantaggio per gli investitori europei è il seguente: generalmente in fasi di ribasso del mercato il dollaro acquista valore rispetto all’euro, quindi un eventuale crollo dei listini americani generalmente viene attenuato da un guadagno del dollaro nei confronti dell’euro, che attenua la perdita per gli investitori europei.

QUALI SONO LE MIGLIORI BANCHE E INTERMEDIARI PER INVESTIRE SUI MERCATI (APPROFONDISCI)


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