Qual è la miglior strategia di investimento che porta ai maggiori ritorni nel tempo (ampiamente oltre l’inflazione)

Una delle conseguenze dovuta alle basse competenze finanziarie del nostro paese è quella di mantenere una grande quantità di denaro sui conti correnti con l’errata convinzione di tutelare il risparmio, quando in realtà questo tipo di scelta racchiude innumerevoli rischi e nel lungo periodo ci rende inevitabilmente più poveri.

IMPATTO DELL’INFLAZIONE SULLA LIQUIDITA’ DEI CONTI CORRENTI E SUI CONTANTI
Il rischio principale è l’impatto dell’inflazione (cioè l’aumento dei prezzi) sulla liquidità: le banche centrali più importanti del mondo per far fronte alla crisi di liquidità creata prima dai subprime, poi dal debito pubblico europeo e infine dal covid hanno creato una massa monetaria che non si era mai vista nella storia (oltre 20 mila miliardi di dollari) necessaria per sorreggere debiti ed economia, tuttavia aumentando la liquidità in circolazione essa perde potere d’acquisto:

  • maggiore moneta si crea –> minore è il suo valore –> più i prezzi crescono  –> più i risparmi (anche se costanti) valgono meno

Attualmente l’inflazione in America ha raggiunto il 7% mentre in Europa siamo sopra il 5% (dato in crescita da mesi in entrambi i continenti): questo significa che mediamente i prezzi da un anno all’altro in America attualmente crescono del 7% mentre in Europa oltre il 5%, quindi se il nostro risparmio sul conto corrente o in contanti rimane costante diventiamo ogni anno più poveri (anche se i soldi sono sempre gli stessi valgono meno per l’aumento dei prezzi).
Consideriamo un risparmiatore che ritiene il parcheggio della liquidità sul conto corrente o in contanti una tutela nei confronti dei rischi finanziari e un sistema con inflazione al 5% annuo come attualmente in Europa:

  • dopo 10 anni i risparmi fermi sul conto o in contanti avranno perso circa il 40% di potere d’acquisto per la perdita composta anno su anno

Come possiamo vedere quindi, la scelta del denaro fermo sul conto o detenuto in contanti che il nostro risparmiatore considerava a rischio zero, in realtà dopo 10 anni potrebbe portare quasi al dimezzamento del potere d’acquisto (il denaro sarebbe costante ma la quantità di beni e servizi acquistabile con quel denaro sarebbe dimezzata per l’aumento dei prezzi).
Quindi mantenere denaro sui conti correnti o in contanti è a tutti gli effetti una scelta di investimento, spesso inconsapevole ma molto deleteria per i nostri risparmi (fondamentale l’esempio di iperinflazione degli anni 70 che dimezzava il potere d’acquisto in pochi anni).
Se iniziassimo a pensare al denaro per quello che è veramente e cioè una variabile (dove se aumentano i prezzi diminuisce il suo valore), intuiamo immediatamente che mantenere tutti i risparmi in liquidità è una scelta di investimento in forte perdita in caso di inflazione (e non di neutralità).
L’unica possibilità di tutelare il nostro risparmio nel corso del tempo per non perdere potere d’acquisto è l’investimento che consente di sfruttare il rendimento composto che analizzeremo a breve.

Per investire correttamente è fondamentale considerare i costi che per le gestioni tradizionali possono arrivare a superare il 30% in un decennio e molto spesso portano a ritorni negativi dell’investimento, nonostante i mercati abbiano avuto andamenti positivi (tutto questo per pagare una filiera tradizionale di vendita del prodotto e non per la qualità di gestione del prodotto stesso).
Per questo è fondamentale scegliere intermediari professionali (soprattutto autorizzati dalle autorità finanziarie) con accesso ad azioni, obbligazioni ed ETF dei maggiori mercati globali a prezzi contenuti che consentano di creare il nostro portafoglio diversificato a basso costo, per non erodere buona parte del guadagno con le commissioni

  • zero costi sul capitale versato e investito con remunerazione della liquidità non investita (le gestioni tradizionali hanno costi di ingresso e/o uscita fino al 5%, oltre ad ulteriori commissioni per ogni versamento aggiuntivo)
  • commissioni minime una tantum per la sola compravendita dei titoli e custodia gratuita (le gestioni tradizionali hanno commissioni costanti annue tra il 2 e il 3% o costi fissi annui per il mantenimento in portafoglio dei titoli)
  • possibilità di creare un portafoglio di investimento diversificato in base al proprio profilo di rischio senza costi fissi, scegliendo in autonomia quali azioni, obbligazioni o ETF acquistare e detenere, variando i titoli del portafoglio stesso in ogni momento in base alle necessità

Come possiamo facilmente intuire, tutti questi costi azzerati impattano in modo determinante sui risultati della gestione e consentono di ottenere ritorni nettamente più elevati nel tempo e spesso fanno la differenza tra ottenere risultati positivi o negativi dal nostro investimento.

COS’E’ IL RENDIMENTO COMPOSTO E PERCHE’ CONSENTE DI INCREMENTARE IL CAPITALE DI N VOLTE NEL TEMPO
I tassi azzerati delle banche centrali non consentono di coprire i risparmi dall’inflazione con i depositi quindi l’unica possibilità di tutelare il nostro risparmio nel corso del tempo per non perdere potere d’acquisto è l’investimento diversificato che consente di sfruttare il rendimento composto a nostro favore. Per capire di cosa si tratta facciamo un esempio: prendiamo in considerazione un portafoglio di investimento X in forte espansione che riesce a raddoppiare il proprio valore ogni anno e guardiamo la tabella sottostante:

Possiamo vedere che da un anno all’altro il rendimento è sempre del 100% (cioè l’investimento raddoppia ogni anno), tuttavia per chi investe nell’anno zero e mantiene l’investimento, l’incremento di valore negli anni successivi non riguarda solo il capitale iniziale ma anche i guadagni precedentemente effettuati proseguono il loro incremento, cioè si tratta di un guadagno sui guadagni precedentemente ottenuti in modo esponenziale e questo è il RENDIMENTO COMPOSTO.

L’andamento precedente non è realistico per un portafoglio composto da una pluralità di titoli diversificati, tuttavia investire in un singolo titolo comporta forti rischi (anche di fallimento con perdita totale del capitale), il concetto di rendimento composto è valido per un portafoglio di investimento globale diversificato formato da una pluralità di azioni, obbligazioni ed etf di tutte le aree del mondo che segue la crescita economica mondiale (tranne i periodi recessivi dove in caso di calo delle quotazioni si può incrementare l’investimento per sfruttare i recuperi successivi).

Come abbiamo detto, i valori dell’esempio teorico precedente possono avvenire per una startup innovativa se acquistata inizialmente in fase di IPO; il rendimento composto nel tempo di un portafoglio titoli diversificato è più contenuto ma anche meno rischioso e il concetto di incremento nel tempo è sempre analogo. Evidenziamo quindi una stima dell’andamento medio storico per varie tipologie di portafogli (aggressivo, moderato e prudente) per vedere l’impatto del rendimento composto:

  • portafoglio aggressivo formato da una quota maggioritaria di titoli azionari o ETF azionari globali -> rendimento composto storico molto impattante a fronte di periodi molto volatili (ritorno medio storico oltre 100% nel decennio)
  • portafoglio bilanciato formato sia da azioni che da ETF azionari globali, sia da obbligazioni ed ETF obbligazionari globali -> rendimento composto storico più contenuto a fronte di minore volatilità (ritorno medio storico del 50% nel decennio)

Questi dati sono una media storica dell’andamento dei mercati (dove a fronte di anni negativi dove si può incrementare l’investimento per sfruttare i recuperi futuri, si susseguono anni fortemente positivi), è quindi necessario considerare la volatilità:

  • nel lungo periodo l’investimento in portafogli aggressivi consente ritorni molto più elevati, a fronte di possibili perdite di breve periodo molto accentuate -> per chi non ha necessità di utilizzare il capitale nel breve termine sono i più indicati (soprattutto se si investe dopo un calo), mentre se si ha necessita del denaro a breve si rischia di dover disinvestire proprio in prossimità di una perdita senza possibilità di attendere il recupero successivo, in questo caso è meglio scegliere profili più moderati.
  • i portafogli moderati consentono di mitigare le perdite durante i crolli, a fronte di guadagni più limitati nel tempo
  • inoltre per la costruzione di un portafoglio è fondamentale (come abbiamo detto in precedenza) selezionare intermediari con le commissioni di compravendita più basse per non compromettere il ritorno dell’investimento

Ricordiamo che investire in singoli titoli comporta sempre il rischio di perdita (anche totale) del capitale e che gli andamenti passati non garantiscono rendimenti futuri, tuttavia creando un portafoglio diversificato globalmente si segue la crescita economia globale nel medio/lungo periodo che è stata finora la migliore strategia di investimento storica con maggiori ritorni.


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