Sistema Italia

Il sistema italia ha vissuto il suo momento di maggior splendore dal dopoguerra fino ad inizio anni 70.

MIRACOLO ITALIANO
In questo periodo il nostro paese ha visto uno sviluppo senza precedenti chiamato storicamente “miracolo italiano” dove il pil cresceva oltre il 5% annuo con un’inflazione relativamente bassa (in media inferiore al 5%) e un debito pubblico contenuto inferiore al 50% del pil.
Il debito pubblico in genere non viene mai considerato in valore assoluto ma viene analizzato il rapporto debito/pil visto che un aumento del debito pubblico in se non è un problema, ammesso che anche il pil (cioè la ricchezza del paese) aumenti. Questo rende l’incremento del debito sostenibile, mentre un aumento del debito con una diminuzione del pil stà a significare che il debito viene utilizzato dallo stato non per la crescita ma per spesa pubblica improduttiva. In genere il rapporto debito/pil non dovrebbe superare il 100% (ma ormai molti stati hanno sforato questo parametro compresa l’italia).
Inoltre in questo periodo la lira ha conosciuto anche un periodo di relativa forza e non è mai stata svalutata in modo significativo nei confronti del dollaro (vedi articolo). Quindi il forte aumento del pil legato ad un aumento relativamente basso del debito, ad un’inflazione gestibile e ad una tenuta del valore della lira ha permesso una prosperità senza precedenti. Tutto questo è stato possibile anche grazie alla generazione dei baby boomers, infatti dopo la seconda guerra mondiale ci fu un fortissimo incremento delle nascite e una diminuzione della popolazione anziana decimata dalla guerra e questo rendeva il nostro sistema pensionistico statale sostenibile (molti lavoratori mantenevano pochi pensionati), inoltre una popolazione relativamente giovane consentiva un forte risparmio per il sistema sanitario nazionale.

L’INIZIO DEI PROBLEMI: SPESA PUBBLICA E IPERINFLAZIONE
Agli inizi degli anni 70 però la politica italiana iniziò delle politiche scellerate per ottenere il seguito popolare, si elargirono pensioni e sussidi vari oltre ad aumentare a dismisura il perimetro statale, le spese non erano più legate a investimenti e servizi ma si stavano gettando le basi per il disastro attuale. Per ottenere questo risultato senza tassazione (che ovviamente sarebbe impopolare) la politica svalutò la moneta iniziando a stampare nuove banconote tramite la banca centrale portando in breve tempo l’inflazione a livelli insostenibili (di seguito un grafico che evidenzia l’inflazione italiana), in pratica si inflazionava la moneta e il risparmio della parte produttiva del paese (cioè si abbassava artificialmente il valore) stampando nuove banconote che venivano ridistribuite verso la parte improduttiva del paese e verso lo stato, il risultato era l’aumento smisurato dei prezzi.
inflazione
Tutta questa mole di moneta stampata dal nulla portò a metà anni 70 ad avere un aumento smisurato dei prezzi del 20% annuo.

PRIVATIZZAZIONE BANKITALIA ED INGRESSO NELLO SME
Questa situazione durò fino ad inizio anni 80 con tensioni sociali molto forti e dovette intervenire il ministro andreatta privatizzando bankitalia. Inoltre dagli anni 80 entrò in vigore il regime di cambi semifissi europei (sistema monetario europeo sme dove i cambi valutari dovevano rimanere obbligatoriamente legati a una variazione intorno al 5% tra le varie valute). Tutto questo per evitare squilibri cioè evitare che le banche centrali dei vari stati (soprattutto del sud europa) stampassero un’eccessiva mole di moneta causando una repentina crescita dei prezzi e una svalutazione dei risparmi e della moneta che indirettamente causava squilibri a tutto il sistema economico europeo. In questo modo la banca centrale non era più obbligata a comprare titoli di stato (vedi articolo) e quindi a stampare nuova moneta, così l’inflazione in pochi anni tornò sotto controllo (meno moneta stampata aumenta il valore della moneta stessa e abbassa l’aumento dei prezzi).

AUMENTO DEBITO PUBBLICO
Purtroppo la politica continuò ad emettere una mole consistente di debito pubblico sul mercato finanziandosi da investitori privati, prevalentemente famiglie italiane che investivano i loro risparmi prestandoli allo stato in cambio di un interesse, i titoli di stato più utilizzati sono bot e btp cioè buoni ordinari del tesoro annuali e buoni del tesoro poliennali con tassi più elevati essendo a scadenze più lunghe. Lo stato continuò così le politiche distruttive di spesa e parassitismo e siccome bankitalia non stampava più nuova moneta, il debito rispetto al pil ha iniziato a crescere a dismisura. Come si può vedere dal grafico sottostante l’italia continuò ad indebitarsi sul mercato aumentando costantemente il debito pubblico rispetto al pil (che non cresceva più come negli anni del boom economico essendo la spesa dello stato soprattutto improduttiva ed elargita alle varie classi sociali per ottenere voti) e di conseguenza aumentando anche gli interessi futuri da ripagare agli investitori, interessi che per essere ripagati avrebbero causato un aumento di tasse sulle spalle delle generazioni future. Inoltre un aumento del debito rispetto al pil rendeva l’italia “meno sicura” sul mercato che chiedeva interessi sempre più altri per prestare denaro al nostro paese entrando in un circolo vizioso.
debito
CRISI DELLA LIRA DEL 92
Arriviamo così alla crisi della lira del 92, il debito stava diventando insostenibile perché a differenza dei paesi del nord europa che svilupparono riforme per utilizzare solo una spesa pubblica per investimenti, l’italia continuò per decenni con politiche di regali e sussidi alle più disparate classi sociali e politiche. Il debito ormai era insostenibile, l’unico modo per risolvere la situazione era quello di uscire dal regime di cambi semifissi dello sme per svalutare la moneta (e di conseguenza anche i risparmi della gente e il debito che essendo in lire svalutate diminuiva di valore sui mercati). Il compito toccò al governo Amato che si attirò le ire di tutto il popolo sia perché la lira successivamente perse circa il 50% sui mercati internazionali intaccando pesantemente i risparmi della gente, sia perché tutto questo non fu sufficiente e dovette anche varare una patrimoniale per cercare di coprire il debito eccessivo. Nel grafico vediamo la continua perdita di valore della lira nei confronti del marco tedesco (più cresce il grafico più il marco aumenta il valore, rispetto ad altre valute sarebbe analogo), la lira mantenne il suo valore solo prima che bankitalia iniziasse a stampare moneta, quando entrò nello sme e quando attuò le riforme per entrare nell’euro. Nei restati periodi la lira perse fortemente potere d’acquisto a causa di squilibri risanati utilizzando bankitalia o svalutando la moneta.
cambio
Diciamo che Amato fu il capro espiatorio di tutta la politica dei decenni precedenti ma come si sa gli italiani non guardano la causa e la colpa è sempre dell’ultimo arrivato, se gli italiani fossero stati un paese responsabile come quelli del nord europa non avrebbe appoggiato governi dalla spesa facile e quindi siamo tutti corresponsabili di questa situazione ma sussidi, posti statali e laute pensioni in età precoce fatte tutte con debito facevano comodo a tutta la popolazione. Questa distruzione di ricchezza fu anche alla base del crollo della prima repubblica e dell’esplosione dello scandalo delle tangenti e dei soldi facili della politica con ramificazioni impressionanti anche nella società civile e delle loro classi sociali. Dopo la svalutazione l’italia ha avuto la possibilità di risollevarsi anche se la maggior parte del debito contratto era ancora in essere, purtroppo per abbassarlo drasticamente era necessaria una forte patrimoniale sui risparmi o sarebbe dovuta intervenire bankitalia stampando una mole di denaro tale che avrebbe causato un’inflazione analoga a quella di inizio anni 70 ma essendo ormai bankitalia privata non intervenì in questo senso cercando di preservare il risparmio. Per cercare di rientrare da questa situazione l’italia iniziò una politica di timide liberalizzazioni che comunque risolsero almeno in minima parte la situazione, privatizzazioni, riforme delle pensioni per renderle sostenibili ed altre manovre analoghe permisero all’italia una minima crescita del pil senza contrarre ulteriore debito che pur rimanendo molto elevato iniziò a scendere lievemente rispetto al pil.

NASCITA DELL’EURO
Questo risanamento consentì all’italia di poter entrare nell’euro, essendo una moneta comune che comprendeva anche i paesi del nord gli consentiva una certa forza sul mercato. Nei periodi pre euro la lira era una moneta più debole sul mercato visti i rischi di svalutazione ed inoltre era la moneta di uno stato molto indebitato, questo causava tassi di interesse molto elevati sul debito perché il mercato voleva essere remunerato per il rischio paese. L’ingresso nell’euro oltre ad aumentare il potere d’acquisto rispetto alla lira ha abbassato drasticamente i tassi di interesse sul debito, ora l’italia non era più vista come paese singolo ma inserita in un sistema più stabile e quindi gli interessi sul debito si abbassarono drasticamente. Questo consentì risparmi per miliardi di euro all’anno e un ulteriore abbassamento del debito rispetto al pil, l’italia ebbe quindi la grande opportunità di rimediare agli errori del passato cercando di riformare il sistema parassitario ma non lo fece. La politica si sentiva al sicuro grazie all’euro e tornò alle spese folli del passato (in compagnia dei paesi del sud europa) e questo portò alla crisi europea del 2011 dove il mercato iniziò a vedere tutti questi squilibri e capì che i paesi del nord europa non potevano (e non volevano) ripagare l’immane debito dei paesi del sud. I tassi di interesse di questi paesi iniziarono a salire perché il debito era considerato irripagabile e la bce per statuto (firmato da tutti i paesi) non poteva sostenere i debiti degli stati per evitare di finanziare direttamente i paesi per spese allegre creando inflazione. Dopo il fallimento della grecia la bce fu costretta ad intervenire sui debiti dei paesi più a rischio per evitare il crollo dell’intero continente ed abbassare i tassi di interesse su di essi per non renderli insostenibili, ma l’intervento fu limitato alla salvaguardia del sistema e non per finanziare gli stati.

L’AUMENTO DELLE TASSE
Così l’italia invece di tagliare la spesa ha intrapreso la strada dell’aumento delle tasse creando una recessione che prosegue da anni, il calo del pil causa anche un continuo aumento del rapporto col debito arrivato oltre il 130% continuando a salire. Purtroppo il nostro paese invece di intraprendere una strada di riforme per tagliare la spesa e le tasse e di conseguenza aumentare il pil ed abbassare il debito continua ad invocare l’intervento della bce dando la colpa a questo e a quel paese dei propri problemi. L’intervento della bce non farebbe altro che salvarci momentaneamente per poi creare ulteriori squilibri per il futuro (come abbiamo letto per bankitalia).
Pur di non tagliare la spesa improduttiva il nostro paese sarebbe anche disposto ad uscire dall’euro, manovra disastrosa perché la lira si svaluterebbe immediatamente sul mercato e in un mondo globalizzato causerebbe la fuga dei capitali all’estero per cercare la salvaguardia dei risparmi in valute più forti, i tassi di interesse salirebbero vertiginosamente e l’italia potrebbe andare in fallimento in breve tempo (come è successo all’argentina).

SOLUZIONI
Il nostro paese per tornare a crescere deve tagliare la spesa improduttiva e abbassare drasticamente una tassazione che orami supera il 50% ed è l’unica causa della nostra situazione, gli esempi di paesi che sull’orlo del fallimento hanno cambiato drasticamente il loro sistema sono emblematici (inghilterra, germania, ecc). Risolvere un problema del debito creando nuovo debito tramite la bce (politiche chiamate comunemente espansive per la creazione di nuova moneta e debito), aumenterebbe solo il debito e gli interessi da ripagare nel futuro e sarebbe ripetere gli errori del passato ed è per questo che paesi che hanno fatto le riforme sono contrari. Sarebbe come curare un tossicodipendente somministrando dosi sempre più elevate di stupefacenti, inizialmente si risolve il problema che però nel lungo periodo peggiora. Inoltre la soluzione di unire tutti i debiti dell’europa (che insieme sarebbero sostenibili visto il virtuosismo dei paesi del nord) vorrebbe dire far pagare i debiti dei paesi del sud a quelli del nord ed ovviamente sarebbero contrari. La sola salvezza dell’italia è quella di riformare il sistema per evitare l’elargizione statale di denaro per diritti discutibili acquisiti in questi decenni, ma cambiare queste regole vuol dire scontentare milioni di persone e la politica non lo vuole fare però non ci sono altre vie e chi investe sul mercato italiano nel lungo periodo deve tenerne conto.

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