Referendum Costituzionale: SI o NO

Cerchiamo di fare chiarezza sulla riforma costituzionale che i cittadini saranno chiamati a confermare o meno con il referendum che si terrà il 4 dicembre.

Premessa doverosa, la legge elettorale di ogni camera (cioè la modalità con cui vengono scelti i parlamentari) non fa parte della costituzione ma è una legge ordinaria modificabile da qualunque maggioranza in ogni momento e quindi non rientra nel referendum, questa è un’anomalia della nostra costituzione che consente alla maggioranza di turno di votarsi la legge elettorale che preferisce in base alla convenienza del momento e questa anomalia rimarrà inalterata qualunque sia l’esito del referendum. Quindi quando si parla di liste bloccate di nominati scelti dai partiti, di preferenze, di collegi, sono tutte questioni che non rientrano nel referendum ma che sono definite nelle leggi elettorali.

Inoltre l’ulteriore problema della nostra costituzione è che non comprende al suo interno un limite di mandato per i parlamentari che quindi possono essere votati o inseriti nelle liste di maggioranza vita natural durante e anche questo non cambierà qualunque sia l’esito del referendum.

Queste due problematiche (cioè l’inserimento della legge elettorale in costituzione in modo che non possa essere modificata a maggioranza e il limite di mandato per i parlamentari, che dovrebbero poter essere votati per 2 legislature al massimo) non sono oggetto del quesito referendario quindi qualunque sia il risultato del referendum la legge elettorale sarà sempre modificabile a maggioranza e i parlamentari non avranno un limite di mandato che quindi può essere a vita (come spesso capita).
Speriamo che i futuri parlamentari considerino queste due questioni e intervengano modificando ulteriormente la costituzione in futuro.

Dopo questa doverosa premessa entriamo nel merito del quesito referendario ricordando che la vittoria del NO manterrebbe la costituzione attuale mentre la vittoria del SI porterebbe alla modifica della carta, inoltre ricordiamo che essendo un referendum confermativo non esiste quorum quindi la vittoria del si o del no viene definita solo in base agli effettivi votanti (per semplificare se si recassero alle urne solo 10 persone e almeno 6 di queste persone votano a favore del si o del no, questo sarebbe il risultato del referendum che inciderà anche sui restanti milioni di cittadini che non avessero votato).

GOVERNO E FIDUCIA
Siccome questo argomento non è molto chiaro ricordiamo che la costituzione non consente il voto diretto del governo da parte dei cittadini e questo rimarrà inalterato qualunque sia l’esito del referendum. Il popolo ha la sola facoltà di votare i parlamentari, i quali una volta eletti possono scegliere il governo che preferiscono (a maggioranza) e revocarlo in ogni istante togliendo la “fiducia” e concedendola ad un governo differente se questo avesse una maggioranza in parlamento, il tutto gestito dal presidente della repubblica che nel caso non trovasse una maggioranza sarebbe costretto a sciogliere le camere ed indire nuove elezioni.
Questa è la causa dei continui e repentini cambi di governo e ribaltoni che si sono susseguiti nella storia repubblicana. La riforma, pur non cambiando l’impianto di fondo, cerca di limitare questa problematica togliendo la possibilità del senato di votare la fiducia al governo, di fatto impedendo al senato di poter revocare il governo, lasciando questa prerogativa alla sola camera, aumentando la stabilità del governo stesso.

NO –> se vince il no i cittadini continueranno a votare i parlamentari sia di camera che senato con due leggi elettorali differenti (alla camera possono votare i cittadini dai 18 anni su base nazionale, al senato i cittadini dai 25 anni su base regionale, il tipo di legge elettorale di ogni camera come abbiamo detto non rientra nel referendum e sarà quella vigente in quel momento) questo porterà spesso ad avere due maggioranze diverse nelle due camere e per arrivare a formare un governo continuerebbe ad essere necessaria la fiducia (cioè la maggioranza) di entrambe le camere, questa maggioranza deve essere trovata dal presidente della repubblica.
Nel caso il governo perdesse la fiducia di una delle due camere (cioè perdesse la maggioranza) dovrebbe dimettersi, il presidente della repubblica dovrebbe cercare una nuova maggioranza di governo in entrami i rami del parlamento, se non la trovasse dovrebbe sciogliere le camere e indire nuove elezioni.

SI –> se vince il si i cittadini voteranno i rappresentanti della camera per la maggioranza di governo (in base alla legge elettorale vigente in quel momento che non fa parte del referendum) mentre il senato non avrebbe più nessun legame con il governo e sarebbe formato solo da rappresentanti delle regioni (la modalità di scelta dipende dalla legge elettorale che non è oggetto di referendum).
Il governo dovrà avere la fiducia (cioè la maggioranza) della SOLA camera e non del senato.
Tutto il resto della procedura per la ricerca del governo sarebbe analoga ad oggi con la differenza sostanziale che la procedura riguarderebbe una sola camera dove numericamente è più semplice trovare una maggioranza e mantenerla, rendendo un governo più stabile.

COMPOSIZIONE DELLE CAMERE

Camera
Il referendum non incide sulla camera che continuerà ad avere 630 deputati e a svolgere tutte le funzioni attuali di legislazione e di concessione della fiducia al governo.

Senato
NO –> se vince il no il senato continuerà ad avere 315 senatori con la possibilità di revocare il governo togliendo la fiducia e di bloccare le leggi approvate alla camera.
SI –> se vince il si il senato diminuirà il numero di senatori da 315 a 100 con soli incarichi regionali, non avrà la possibilità di revocare il governo essendo abolita la fiducia (il rapporto col governo sarà con la sola camera), non potrà bloccare le leggi approvate dalla camera e non sarà più possibile nominare senatori a vita.

A prescindere dall’esito del referendum l’immunità giudiziaria dei parlamentari rimarrà presente per evitare ribaltoni politici gestiti tramite indagini giudiziarie, con il si ci saranno 100 senatori con immunità, con il no 315 senatori sempre con immunità

ITER LEGISLATIVO

NO –> se vince il no ogni legge deve essere approvata due volte, una dalla camera e l’altra dal senato, se una legge non ottiene la maggioranza di entrambi i rami del parlamento non può essere emanata. Inoltre se una legge viene approvata dalla camera ma modificata al senato, essa deve ritornare alla camera per essere approvata nuovamente, se però anche la camera la modificasse nuovamente essa deve ritornare al senato in un circolo vizioso che è sempre stato un grosso problema del nostro sistema.
L’unico strumento a disposizione del governo per forzare la votazione di una legge in entrambe le camere è legarlo alla fiducia, se la fiducia unita alla legge passa in entrambi i rami del parlamento la legge è approvata, se uno dei due rami del parlamento boccia la fiducia la legge non viene emanata e il governo deve dimettersi perchè ha perso la maggioranza in una delle due camere.
Essendo questa procedura molto rischiosa per la stabilità di governo, molto spesso una legge che non riesce ad avere la maggioranza di entrambe le camere viene divisa in parti più piccole cioè in più leggi differenti in modo da riuscire ad ottenere un’approvazione parziale. Questa però è la causa del record di leggi che ha il nostro paese con tutte le ripercussioni negative e di lentezza sul sistema giudiziario che allontana molti investitori dal paese (oltre alla tassazione).

SI –> se vince il si ogni legge deve essere approvata una sola volta dalla sola camera, il senato si occuperà delle leggi regionali che anche in questo caso devono essere approvare una sola volta.
Inoltre è stata introdotta la possibilità da parte del governo di forzare la votazione di una legge entro un tempo certo anche senza porre la fiducia, in questo caso anche se la votazione fosse contraria la legge sarebbe bocciata ma il governo non sarebbe costretto a dimettersi mantenendo la stabilità.

RIFORMA TITOLO V (di cosa si occupa il senato delle regioni)

NO –> se vince il no le regioni che a causa di alcune leggi dovessero avere bilanci in negativo per via delle loro gestione, costringerebbero lo stato a ripianare questi debiti con denaro pubblico prelevato dai contribuenti di tutta la nazione (come succede tutt’ora).

SI –> se vince il si il senato può intervenire legiferano sulle questioni regionali ed in caso di squilibri di spesa di alcune regioni può imporre per legge una modifica alle leggi regionali per contenere la spesa pubblica.

RIFORMA COSTITUZIONALE E LEGGE ELETTORALE
Come abbiamo detto in precedenza le leggi elettorali non rientrano nel referendum costituzionale essendo necessaria una legge ordinaria per modificarla. Ad oggi le leggi elettorali in vigore per camera e senato sono le seguenti ma il parlamento ha già comunicato che sia in caso di vittoria del si o del no tali leggi saranno modificate. In ogni caso ad oggi la situazione è la seguente:

Legge elettorale camera (ITALICUM)
Ad oggi la legge elettorale in vigore per la votazione alla camera dei deputati è l’italicum a doppio turno:
I TURNO: la lista che raggiunge il 40% dei voti ottiene il 54% dei seggi (cioè la maggioranza) alla camera
II TURNO: se nessuna lista raggiunge il 40% dei voti si terrà il ballottaggio tra le due liste più votate, la vincente otterrà il 54% dei seggi (cioè la maggioranza) della camera

Legge elettorale senato
In questo caso dipenderà dall’esito del referendum:
NO –> la legge elettorale del senato è un sistema proporzionale puro a turno singolo, in pratica i seggi sono distribuiti in modo proporzionale in base ai voti ottenuti dalla singola lista
SI –> la nuova costituzione prevede che i senatori siano scelti durante la votazione dei consigli regionali e dei capoluoghi di regione (se la votazione sarà diretta o indiretta sarà scelto con legge ordinaria e non fa parte del referendum)

SCENARIO CON LA VITTORIA DEL SI
Il governo verrà deciso dalla sola camera perchè il senato avrà perso il rapporto di fiducia:

  1. se rimane la legge elettorale italicum con doppio turno maggioritario in pratica gli italiani voteranno direttamente la maggioranza di governo e di conseguenza il premier che essa rappresenta, conferendo alla maggioranza stessa un ampio margine rispetto alle opposizioni.
  2. se la legge elettorale verrà cambiata (come sostengono più rappresentanti sia del governo che del parlamento) la maggioranza alla camera dovrà essere trovata dal presidente della repubblica dopo le elezioni tramite coalizioni, in ogni caso il senato sara ininfluente sul governo

SCENARIO CON LA VITTORIA DEL NO
Il governo continuerà ad essere deciso sia dalla camera che dal senato
In questo caso si apre il problema delle leggi elettorali perchè ad oggi è presente l’italicum a doppio turno di maggioranza alla camera e il proporzionale puro a turno singolo al senato. Votando con questo sistema non ci sarà mai la stessa maggioranza in entrambe le camere e quindi prima di tornare al voto è necessario formare un governo tecnico che modifichi le leggi elettorali ma ad oggi non si sa ne che governo possa gestire questa situazione, ne che tipo di leggi elettorali verrebbero proposte.

CONCLUSIONE

Concludendo invitiamo tutti a recarsi alle urne perchè si sta decidendo sul futuro della nostra costituzione che rimarrà per decenni a venire.
Riassumendo possiamo dire che nel mondo occidentale sono presenti due sistemi: il bicameralismo perfetto nei sistemi presidenziali per bilanciare il potere del presidente che non è sfiduciabile e il monocameralismo nei sistemi parlamentari (se sono presenti due camere solo una da la fiducia al governo) per aumentare la stabilità del premier che può essere sfiduciato.
Non esiste nessun sistema parlamentare con bicameralismo perfetto, cioè non esistono sistemi parlamentari che richiedono la fiducia in due camere per il governo (solo il nostro sistema attuale lo richiede), questo rende i governi troppo instabili ed in balia delle piccole minoranze parlamentari che spesso non hanno interessi verso i cittadini ma verso i propri ritorni personali, minacciando la sfiducia al governo stesso.
In ogni caso non ci sarà nessuna deriva autoritaria perchè nella costituzione NON è presente il vincolo di mandato dei parlamentari e questo rimarrà immutato qualunque sia l’esito del referendum perchè è la base della democrazia, questo significa che un parlamentare appartenente ad un partito è libero di votare secondo coscienza anche contro il partito stesso o il premier che rappresenta, in modo da garantire la democrazia e bilanciare i poteri del governo.

In conclusione:

  • chi preferisce un governo e un premier deboli e revocabili agevolmente dal parlamento, subordinati al controllo dei parlamentari di entrambe le camere deve votare no
  • chi preferisce un governo e un premier più forti e duraturi come gli altri paesi occidentali, limitando il potere dei parlamentari di gestione del governo alla sola camera deve votare si

Alleghiamo il documento ufficiale del parlamento che compara gli articoli dell’attuale costituzione con gli articoli della riforma (clicca)

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