La “folle” idea del qe diretto delle banche centrali all’economia reale

Una cosa è certa, il quantitative easing delle banche centrali, che inizialmente è servito a salvare l’economia mondiale da un deleveraging distruttivo e per ricapitalizzare l’intero sistema insolvente (per capire di cosa si tratta vedi articoli), alla lunga si sta rivelando poco utile per sostenere la domanda dell’economia reale creando effetti distorsivi.
Se avete letto gli articoli precedenti è chiaro che dopo un beneficio iniziale, il qe (cioè “stampare” denaro dal nulla da parte delle banche centrali per acquistare titoli di stato, cioè debito pubblico) sta solo creando una bolla di debito pubblico in giro per il mondo che però non sta creando altrettanta crescita (basti pensare che nell’era obama gli stati uniti in meno di 8 anni hanno circa raddoppiato il debito rispetto ai passati 2 secoli e oltre di storia ma la crescita non è stata altrettanto forte, vedi articolo) ed una bolla anche sui mercati finanziari che crescono totalmente slegati dall’economia reale, crescita dovuta alla liquidità immessa nel sistema (prima o poi il gap dovrà per forza essere chiuso, o crescerà l’economia, o i mercati crolleranno a valori più realistici).

In questo quadro già abbastanza desolante si inserisce un’economia reale dove la popolazione globale invecchia sempre di più e dove la maggior parte della ricchezza si concentra nelle classi sociali più anziane (che hanno beneficiato degli anni del boom economico) e che ovviamente per motivi naturali hanno meno esigenze di beni quindi non stimolano la domanda, mentre i giovani che potrebbero dare una scossa alla domanda e ribaltare il declino demografico sono frenati dalle limitate possibilità economiche (spesso per colpa di una ridistribuzione folle perpetrata dagli stati tramite la tassazione dove si ridistribuisce dalla parte produttiva già economicamente penalizzata dal contesto storico, a quella più anziana che oltre ad essere quella dove si concentra più ricchezza è anche quella dove si ridistribuisce maggiormente a livello statale, vedi articolo).

Questo folle sistema sta creando una depressione secolare nel globo dove la ricchezza è in mano a chi è meno interessato al suo utilizzo e chi invece è fortemente interessato ai beni ha poche possibilità economiche e questo circolo vizioso deprime tutto il sistema, le aziende, il lavoro e le nascite.

Visto che ad oggi la liquidità stampata dalle banche centrali resta confinata nei mercati finanziari e nei debiti pubblici e li vi resta (l’unico vantaggio creato è il basso tasso di interesse pagato dagli stati per finanziarsi sui mercati, vedi articolo) stanno circolando alcune voci non ufficiali di qe volti a finanziare direttamente l’economia.

Probabilmente si tratta di fanta finanza ma l’idea di fondo sarebbe quella del qe diretto cioè di “stampare” denaro per finanziare direttamente i conti correnti delle persone e/o imprese (cioè le banche centrali effettuerebbero veri e propri bonifici di denaro reale sui conto correnti per stimolare la domanda, la spesa e quindi gli investimenti e le assunzioni).
Una manovra di questo tipo sarebbe sicuramente una scossa fortissima per l’economia (che inciderebbe anche sulle nascite) ma potrebbe anche creare distorsioni elevate.

In primis dal punto di vista dell’inflazione (cioè l’aumento smisurato dei prezzi che renderebbe inutile tale strumento) che potrebbe finire ben preso fuori controllo perchè un aumento così elevato di moneta in circolazione farebbe automaticamente perdere potere d’acquisto (essendo la moneta fiduciaria essa si comporta esattamente come la domanda di qualsiasi bene, più moneta c’è in circolazione più il suo valore diminuisce, vedi articolo).
Quindi una manovra di questo tipo potrebbe essere fatta solo in un momento come questo di deflazione e per brevissimo tempo (al massimo 2/3 anni) ed interrotta immediatamente una volta che l’inflazione tornasse al 2/3%.
Ad oggi però aumentare l’inflazione di qualche punto percentuale sarebbe una cosa positiva e fondamentale per abbattere il debito pubblico dei paesi, inflazionando la moneta si inflaziona anche il debito che diminuisce (a patto che gli stati nel frattempo non incrementino la spesa e il debito stesso, vedi articolo).

Un’altra distorsione da evitare è la possibilità di disincentivare il lavoro, da questo punto di vista è fondamentale che un qe di questo tipo sia fatto di alcune centinaia di euro mensili e non oltre (un parametro di riferimento può essere l’importo attuale mensile del qe fatto dalla bce, diviso per la popolazione della zona euro) in modo da combattere la povertà estrema ed incentivare la domanda senza disincentivare la partecipazione al lavoro.

Probabilmente si tratta di fanta finanza, ma lo era anche l’attuale quantitative easing 10 anni fa…

Come funziona l’attuale quantitative easing


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