Opportunità: in base ai fondamentali aziendali, le azioni europee sono a forte sconto rispetto agli USA. Ecco i dettagli economici

Nell’ultimo decennio, il divario di valutazione tra le azioni degli Stati Uniti e quelle europee è uno degli aspetti più discussi tra gli investitori.

Uno dei parametri più utilizzati per questa analisi è il Price/Earnings ratio (P/E), in italiano rapporto prezzo/utili, che è una delle metriche più utilizzate per valutare il valore di un’azione e, più in generale, per analizzare la valutazione di un’azienda nel mercato azionario. Questo rapporto mette in relazione il prezzo di mercato di un’azione con gli utili per azione (EPS) generati dalla società. In pratica, il P/E indica quante volte gli investitori sono disposti a pagare gli utili generati da un’azienda per acquistare un’azione.

  • P/E alto: Un valore elevato del P/E significa che il prezzo di mercato dell’azione è relativamente alto rispetto agli utili prodotti dalla società. Ciò può suggerire che gli investitori hanno aspettative di crescita futura molto positive e sono disposti a pagare un prezzo elevato per una parte degli utili. In alternativa, un P/E alto può anche significare che l’azienda è sopravvalutata rispetto ai suoi guadagni effettivi e nel medio periodo questa incongruenza generalmente viene riassorbita dal mercato con il calo del prezzo del titolo (vedi quotazioni delle aziende del Nasdaq con la bolla del 2000, quando i prezzi azionari erano totalmente slegati alla crescita futura degli utili).
  • P/E basso: Un valore basso del P/E indica che l’azione potrebbe essere relativamente sottovalutata rispetto agli utili della società. Ciò può essere dovuto a una crescita prevista più lenta, o potrebbe suggerire che l’azienda è in difficoltà, ma può anche rappresentare un’opportunità per gli investitori a lungo termine se si ritiene che il prezzo del titolo si debba riallineare con gli effettivi utili della società (inoltre in caso di mercato ribassista, una società solida con P/E basso, generalmente è considerata difensiva perchè meno incline a subire forti ribassi, tutelando maggiormente l’investitore). Spesso società con P/E basso, riescono a offrire dividendi molto alti rispetto al prezzo del titolo.

Tipi di P/E

  1. P/E Storico (Trailing P/E): È calcolato utilizzando gli utili realizzati dall’azienda negli ultimi 12 mesi (dati storici). È il tipo di P/E più comunemente utilizzato ed è utile per comprendere come un’azienda è stata valutata in passato rispetto ai suoi guadagni passati.​
  2. P/E Stimato (Forward P/E): È calcolato utilizzando le stime degli utili futuri per l’anno successivo, che vengono fornite dagli analisti finanziari. Questo tipo di P/E è utile per capire le aspettative di crescita futura dell’azienda, poiché si basa su previsioni piuttosto che su risultati passati.​

Utilità del P/E

  • Valutazione dell’azienda: Il P/E fornisce una rapida indicazione se un’azione è sopravvalutata o sottovalutata rispetto ai suoi utili.
  • Confronto tra aziende: Gli investitori utilizzano il P/E per confrontare la valutazione di società simili, in modo da capire se una è più costosa o meno costosa rispetto ad altre.
  • Analisi di settore: Il P/E può essere utile per confrontare il prezzo delle azioni all’interno dello stesso settore, dove le aspettative di crescita potrebbero essere simili.
  • Settori diversi: Il P/E può variare ampiamente tra i settori, quindi un P/E relativamente basso per un’azienda in un settore ad alta crescita potrebbe essere molto diverso da un P/E basso per una società in un settore stabile o maturo.
  • Opportunità di sottovalutazione: Se il P/E è inferiore alla media storica, l’azione potrebbe essere sottovalutata e potrebbe offrire un’opportunità di acquisto se la crescita futura si rivelerà migliore del previsto.
  • Segnale di rischio: Un P/E basso potrebbe anche essere un indicatore di problemi aziendali o di settore, come una crescita contenuta o difficoltà economiche.

Tornando all’analisi di mercato, mentre le azioni statunitensi continuano a godere di elevati multipli di valutazione, con un rapporto Price/Earnings (P/E) medio che si aggira intorno a 25 (alcune azioni del Nasdaq superano anche 100), le azioni europee presentano un P/E significativamente più basso, mediamente sotto il 15, a seconda dei vari indici e settori. Questa differenza di valutazione suggerisce potenziali opportunità di investimento nelle azioni europee, sebbene sia necessario un esame approfondito dei fattori che influenzano il mercato.

Perché le Azioni Europee Hanno un P/E Più Basso

Il divario tra il P/E delle azioni europee e quelle americane è fortemente aumentato nell’ultimo decennio. Le principali ragioni di questa differenza includono:

  1. Bassa Crescita Economica: L’economia europea ha sperimentato tassi di crescita più contenuti rispetto a quella degli Stati Uniti.
  2. Dipendenza dai Settori Value e Old Economy: Le borse europee sono più influenzate da settori tradizionali come l’industria, l’energia e la finanza, che tendono ad avere una crescita più lenta rispetto alla tecnologia, ma sono anche più stabili in caso di crolli. Le azioni di questi settori tendono ad avere un P/E più basso.
  3. Mancanza di Big Tech: A differenza degli Stati Uniti, dove i colossi tecnologici dominano gli indici, in Europa non ci sono aziende di dimensioni simili in termini di capitalizzazione e impatto economico. La scarsa presenza di “big tech” fa sì che il mercato europeo abbia valutazioni più basse.
  4. Influenza statunitense in Europa: i media europei e soprattutto quelli finanziari sono generalmente sbilanciati verso il mercato statunitense, questo influenza fortemente le scelte di investimento insinuando tra gli investitori il classico “sogno finanziario americano” che diventa auto avverante, perchè sempre più investitori seguono la massa che drena capitali all’europa per spostarli negli stati uniti, facendo crescere le loro quotazioni e il loro mercato a discapito di quello europeo, spesso anche molto oltre l’effettiva situazione reale del mercato e delle aziende stesse. Questa “moda” sta anche creando problemi economici al continente in cui viviamo, perchè il capitale (invece di essere investito dove risiede la popolazione per far migliorare la propria economia) viene spostato altrove favorendo la crescita economica di terzi, creando stagnazione nel nostro continente. Se parte dei capitali investiti fuori dal continente rientrassero, questo sarebbe un forte volano per l’economia, inoltre potrebbe creare un circolo virtuoso di aumento delle quotazioni e ritorni interessanti per gli investitori.

Le Opportunità di Investimento nelle Azioni Europee

Oltre alla valutazione relativamente bassa delle azioni europee che consente un acquisto a sconto, ci sono numerosi motivi per cui potrebbero rappresentare un’interessante opportunità di investimento che possono derivare sia da specifici settori che da tendenze macroeconomiche più ampie. Ecco alcuni dei principali motivi per considerare l’Europa come destinazione di investimento:

1. Sottovalutazione delle Azioni e Potenziale di Recupero

Come evidenziato, un P/E più basso spesso indica che le azioni sono sottovalutate rispetto ai loro fondamentali. Se le prospettive economiche dell’Europa migliorano, o se le aziende europee riescono a rispondere efficacemente alle sfide macroeconomiche, gli investitori potrebbero beneficiare di un potenziale di recupero. I titoli europei potrebbero essere particolarmente attraenti per gli investitori value, che cercano aziende sottovalutate, più resistenti ai crolli dei mercati, con forti fondamentali e dividendi mediamente più elevati rispetto agli Stati Uniti.

2. Rendimenti Dividendi Elevati

Un altro motivo per considerare le azioni europee è la presenza di titoli che offrono rendimenti da dividendi elevati. Molte delle grandi aziende europee, in particolare nei settori finanziario, industriale ed energetico, hanno una solida tradizione di distribuzione di dividendi, rendendo queste azioni particolarmente interessanti per gli investitori in cerca di flussi di reddito stabili.

Le azioni ad alto dividendo possono anche beneficiare della stabilità a lungo termine che offrono, attirando investitori che cercano sicurezza e ritorni costanti in un periodo di incertezze macroeconomiche.

Mediamente l’indice STOXX Europe 600 distribuisce dividendi annui intorno al 4%, a differenza dello S&P 500 americano che distribuisce meno del 2%. Di fatto il mercato europeo distribuisce mediamente il 100% in più di dividendi rispetto al mercato americano. Detto questo, in un decennio e considerando il rendimento composto significano: circa il 50% di dividendi distribuiti sul mercato europeo a fronte di circa il 20% di dividendi sul mercato USA. Evidenziamo che questo dato riguarda un mercato statico e non tiene conto degli aumenti di dividendi nel tempo (o dei ribassi che però storicamente avvengono in misura minore, solo in caso degli anni di recessione).

In definitiva, le azioni europee offrono interessanti opportunità di investimento rispetto alle azioni statunitensi. Sebbene il mercato europeo possa sembrare meno attraente rispetto a quello statunitense in termini di crescita a breve termine, la valutazione relativamente bassa delle azioni potrebbe rappresentare un’opportunità per gli investitori value a lungo termine ed essere un investimento difensivo rispetto ai titoli tecnologici (nel caso questa crescita infinita si inverta, tornando a basarsi sui fondamentali dell’economia).

 


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