L’attuale sistema pensionistico italiano porterà all’implosione del sistema economico del paese

Dopo la crisi finanziaria che ha colpito l’economia globale un decennio fa, la quasi totalità dei paesi sviluppati o in via di sviluppo è riuscita a creare un tasso di crescita tale che li ha portati ad un PIL superiore a quello pre crisi.
Purtroppo l’Italia è uno dei pochi paesi che si trova ancora oggi con un PIL inferiore e per questo l’opinione pubblica cerca vari capri espiatori esterni al nostro paese quando in realtà la quasi totalità dei problemi economici sono riconducibili alle leggi discutibili della tanto rimpianta quanto disastrosa seconda parte della prima repubblica (cioè da fine anni 60 a inizio 90).

ANDAMENTO PIL PAESI EUROPEI (dati Bankitalia) clicca per allargare

Ecco quali sono i problemi che affliggono il nostro paese:

Il mix di queste problematiche demografiche, leggi pensionistiche e sistema economico affliggono il nostro paese e non consentono il suo sviluppo.

IMPATTO DELLE PENSIONI SULLA SPESA PUBBLICA
Prima di analizzare i dati è necessaria una premessa indispensabile, per legge il bilancio dell’INPS è separato da quello dello stato ma guardando separatamente i dati non ci si rende conto della situazione reale del paese.
I contributi pagati attualmente dai lavoratori all’INPS non sono considerati tasse ma appunto contributi pensionistici slegati dalla tassazione ma siccome essi sono obbligatori e non facoltativi e vengono utilizzati per il pagamento attuale di pensioni in regime retributivo che a tendere andrà a scomparire si sta parlando di una vera e propria redistribuzione tra generazioni e quindi questi contributi devono essere inseriti nel calcolo della tassazione attuale per avere un quadro veritiero.

Inoltre bisogna anche indicare che nel bilancio INPS figurano tutti i tipi di trattamenti pensionistici pagati dall’ente (vedi vari trattamenti pensionistici gestiti dall’ente) che comunque in ogni caso vengono sempre pagati con i contributi e le tasse della parte produttiva del paese e quindi è corretto inserire tutto nel calcolo seguente per vedere quanto impatta welfare e sistema pensionistico sulla popolazione attiva in italia.

BILANCIO INPS (analisi dati per competenza di periodo e considerando le sole entrate/uscite correnti che sono i dati che evidenziano la “gestione caratteristica” dell’ente)
da Bilancio su sito INPS

Come possiamo vedere l’INPS ha:

BILANCIO STATO (analisi dati per competenza di periodo e considerando le sole entrate/uscite correnti che sono i dati che evidenziano la “gestione caratteristica” dello stato)

da Bilancio su sito MEF

Sintetizzando abbiamo che:

ANALISI SPESA PUBBLICA: LEGAME BILANCIO INPS E BILANCIO STATO

Come detto in precedenza, legalmente le uscite dell’INPS non sono spesa pubblica perchè l’ente ha un bilancio separato da quello dello stato, tuttavia a nostro avviso (essendo i contributi INPS obbligatori e non facoltativi) le uscite dell’ente devono essere considerate alla stregua di spesa pubblica per avere un quadro completo di quando spende lo stato e in quali settori.

Detto questo se sommiamo le uscite correnti dello stato (tralasciando quindi debito e interessi) e le uscite dell’INPS abbiamo: 510 miliardi uscite stato + 340 miliardi uscite INPS (a cui sottrarre 105 miliardi di trasferimenti tra i due bilanci, altrimenti tale importo sarebbe considerato 2 volte)= 510 mld + 340 mld – 105 mld = circa 750 mld

Possiamo quindi dire che a fronte di una spesa pubblica corrente (senza debito) di circa 750 miliardi di euro, le uscite INPS tra pensioni e welfare risultano essere 340 miliardi, cioè impattano per circa il 45% sul totale della spesa pubblica.

In conclusione l’unica salvezza di questo paese sarebbe l’inversione totale della situazione, anche cercando di cambiare la costituzione per permettere la modifica di diritti acquisiti ingiusti e l’abolizione retroattiva del sistema pensionistico retributivo anche per le pensioni attualmente in pagamento e non solo quelle future, questo consentirebbe risparmi annui di 100 miliardi sulla spesa pubblica da utilizzare per detassazione e riduzione del debito, un volano eccezionale per il paese e per le nuove generazioni.
In questo caso però sarebbe necessaria una larga maggioranza che abbia la forza di mettere mano alla carta costituzionale e rendere possibile modifiche retroattive, intaccando diritti acquisiti che stanno portando il paese alla bancarotta, maggioranza che quindi perderebbe ogni possibilità di rielezione ma che entrerebbe nella storia per un nuovo rinascimento del paese.
Tutto questo è purtroppo utopico, la politica è interessata a mantenere il potere e quindi il sistema italia non ha molte possibilità di migliorare la situazione fino a quando ci sarà un ricambio generazionale e finalmente gli attuali diritti acquisiti scompariranno.
La cosa interessante nei prossimi decenni sarà quindi capire se il nostro paese (con questi forti squilibri nel sistema) riuscirà a rimanere tra i paesi della terra che si possono definire ricchi o se sarà costretto a cedere il passo ad altre economie più evolute che non opprimono fiscalmente la parte produttiva del paese per diritti acquisiti anacronistici.


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