Con inflazione elevata si può perdere anche la metà dei risparmi sui conti e in contanti in pochi anni: come difenderli

La variabile più pericolosa che i risparmiatori generalmente trascurano è l’inflazione (cioè l’aumento dei prezzi), essa nel tempo tende ad erodere il potere d’acquisto del capitale (anche se esso rimane costante) ed è proprio la costanza del patrimonio che trae in inganno molti risparmiatori inconsapevoli, i quali credono di avere il patrimonio sotto controllo quando in realtà il loro potere d’acquisto sta calando per l’aumento dei prezzi (capitale costante + aumento prezzi = diminuzione ricchezza). Quindi mantenere i risparmi in liquidità (sui conti correnti o in contanti) è una scelta che porta all’erosione costante dei risparmi e ci rende nella pratica sempre più poveri a parità di patrimonio.
Se consideriamo un tasso di inflazione costante vicino al 10% annuo come è attualmente in occidente, già dopo poco più di 5 anni avremmo perso il 50% di potere d’acquisto per il costante aumento dei prezzi anno su anno a parità di denaro (che perderà valore). Quindi mantenere denaro fermo sui conti o in contanti è a tutti gli effetti una scelta di investimento, spesso inconsapevole e molto deleteria per i nostri risparmi. Detto questo se iniziassimo a pensare al denaro come ad una variabile (dove se aumentano i prezzi diminuisce il suo valore anche se numericamente invariato), intuiamo immediatamente che mantenere tutti i risparmi in liquidità è una scelta di investimento e non di neutralità come spesso si tende a credere.
L’unica possibilità a rischio zero che si è creata con il rialzo dei tassi di interesse è sfruttare i conti deposito con tutela dei depositi:

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L’ulteriore possibilità storica di ottenere guadagni ottimi che si è presentata nell’ultimo anno è quella di sfruttare l’aumento dei tassi di interesse delle obbligazioni per creare un portafoglio anche azionario che consente una ragionevole certezza matematica di guadagno nel medio periodo (strategia che spiegheremo matematicamente a breve).

Prima di vedere il dettaglio della strategia, evidenziamo che è fondamentale investire limitando i costi: generalmente le banche tradizionali, i promotori finanziari e le banche di investimento propongono prodotti con commissioni di ingresso e di uscita dagli investimenti che mediamente sono intorno al 2/3% (con punte anche intorno al 5%) e costi di gestione annui del 2/3%, oltre ad “obbligare” l’investitore a mantenere l’investimento per X anni, pena ulteriori costi. Anche volendo acquistare titoli in autonomia con banche tradizionali, promotori finanziari e banche di investimento, oltre ad un costo fisso annuo per la custodia dei titoli, la compravendita dei titoli stessi ha una commissione superiore all’1%. Detto questo è fondamentale selezionare intermediati con i costi annui minori possibili e senza commissioni di ingresso/uscita, spesso i ritorni negativi degli investimenti non sono dovuti all’andamento del mercato ma ai costi dei prodotti di investimento tradizionali e alla loro discutibile gestione, essi puntano più che altro a remunerare la filiera commerciale che riesce a vendere i prodotti e trascura la gestione degli investimenti: sommando le commissioni di gestione annue, quelle di ingresso, le penalizzazioni in caso di vendita o variazione dell’investimento, in 10 anni si può arrivare a pagare anche il 30% di commissioni sul totale dell’investimento (con una zavorra simile il guadagno è certo per l’intermediario ma non per l’investitore che rischia il proprio patrimonio per il guadagno di terzi).

MIGLIORI PORTAFOGLI IN ETF SENZA COMMISSIONI DI INGRESSO/USCITA (linea aggressiva più che raddoppiata negli ultimi anni: simula andamento gratuitamente). Miglior gestore in base alle recensioni dei clienti (vedi) con vari profili di rischio, dopo l’aumento dei tassi i vari portafogli sono ricchi di obbligazioni con rendimenti elevati e consentono di implementare la strategia seguente per ottenere un ritorno positivo quasi certo nel medio periodo.

COME SFRUTTARE LA PROTEZIONE E I GUADAGNI DELLE OBBLIGAZIONI PER CREARE UN PORTAFOGLIO DI INVESTIMENTO GARANTITO
Il vantaggio delle obbligazioni è la restituzione totale del capitale investito inizialmente a scadenza (salvo fallimenti che per titoli senior è fortemente improbabile), il fatto che la restituzione è sempre a 100 (cioè il 100%) e la presenza di cedole pagate durante la vita del titolo ci consente di utilizzare questi preziosi strumenti per costruire un portafoglio a basso rischio / alto rendimento anche con componente azionaria.

Per esempio, se acquistiamo alcune obbligazioni di emittenti differenti (per diversificare il rischio) con costo medio sul mercato di 80 e scadenza media 10 anni, sappiamo preventivamente che attualmente il nostro esborso è 80 ma che tra 10 anni la restituzione sarà 100 (clicca per approfondire il funzionamento). Quindi possiamo sfruttare il 20 di differenza risparmiato in fase di acquisto da poter investire nella componente azionaria che in un decennio dovrebbe portare a ritorni interessanti (soprattutto ora che è possibile acquistarla a sconto), sapendo comunque che questo 20 ci verrà restituito alla scadenza delle obbligazioni e che quindi il nostro capitale iniziale dovrebbe essere garantito, anche se la componente azionaria dovesse improbabilmente azzerarsi.

Esempio utilizzando 100 mila euro iniziali

acquisto mix obbligazionario scadenza 10 anni a prezzo medio di 80 –> esborso iniziale 80 mila euro (risparmio 20 mila euro)
acquisto ETF azionario globale utilizzando i 20 mila euro
a scadenza: rimborso mix obbligazionario di 100 mila euro (valore nominale a scadenza) + risultato andamento componente azionaria (anche se 0 il capitale iniziale è tutelato dal guadagno della parte obbligazionaria) + cedole pagate dalle obbligazioni durante gli anni
E’ anche possibile acquistare obbligazioni che hanno un valore nominale a 100 (in questo caso a scadenza non avremmo guadagni sulla differenza di prezzo) ma che pagano cedole elevate durante la vita del titolo e investire tali cedole in componente azionaria creando un PAC. Anche in questo caso il capitale iniziale a scadenza sarebbe tutelato per la restituzione del 100 nominale, mentre le cedole sarebbero utilizzate per la parte azionaria.

Tutto questo è reso possibile dall’aumento repentino dei tassi di interesse sul mercato che sta avvenendo in questo periodo, l’aumento dei tassi ha fatto crollare il prezzo dei bond sul mercato presenti nei vari portafogli ed ETF (vedi come funziona) che ora sono ricchi di titoli sotto 100 e quindi offrono l’occasione di acquistarli a sconto ed ottenere il guadagno man mano che le obbligazioni andranno a scadenza nel tempo.

Come possiamo vedere la componente obbligazionaria ci consente di impostare un portafoglio con un rischio prestabilito e con una ragionevole tutela del capitale iniziale a scadenza, potendo anche sfruttare gli interessi delle cedole spostandoli sulla componente azionaria che nel medio periodo ha sempre portato ottimi risultati (soprattutto ora che i titoli azionari sono acquistabili a sconto):

  • portafogli rischio minimo: con l’aumento dei tassi di interesse (e il relativo crollo del prezzo delle obbligazioni) è possibile acquistare a sconto un portafoglio obbligazionario diversificato globale tra tasso fisso e variabile che può portare a ottimi ritorni nel medio periodo (avendo in pancia strumenti con titoli più economici con tassi positivi a scadenza).
  • portafogli rischio medio: sfruttare il crollo dell’azionario per investire a sconto in un portafoglio bilanciato globale tra obbligazioni e azioni (strategia indicata in precedenza).
  • portafogli rischio elevato prettamente azionari: sfruttare i bassi prezzi attuali che generalmente portano anche ad un raddoppio del capitale nel medio periodo durante i periodi di successiva crescita economica (in questo caso non si ha la protezione della componente obbligazionaria nel medio periodo)

Per chi non ha competenze dettagliate o preferisce affidare questa gestione a professionisti può registrarsi gratuitamente ed effettuare una simulazione dell’andamento dei vari portafogli e visionare il loro andamento finora (clicca)

PERCHE’ E’ SEMPRE MEGLIO INSERIRE NEL PORTAFOGLIO ALMENO UNA PICCOLA PARTE DI AZIONARIO GLOBALE
L’azionario, almeno in minima parte (soprattutto dopo il crollo dell’ultimo anno), deve sempre essere inserito in un portafoglio per quanto segue: prendiamo in considerazione un portafoglio di investimento X in forte espansione che riesce a raddoppiare il proprio valore ogni anno (ipotesi irrealistica ma ci consente di semplificare i calcoli e capire il concetto), guardiamo la tabella sottostante:

Possiamo vedere che da un anno all’altro il rendimento è sempre del 100% (cioè l’investimento raddoppia ogni anno), tuttavia per chi investe nell’anno zero e mantiene l’investimento, l’incremento di valore negli anni successivi non riguarda solo il capitale iniziale ma anche i guadagni precedentemente effettuati proseguono il loro incremento, cioè si tratta di un guadagno sui guadagni precedentemente effettuati in modo esponenziale e questo è il RENDIMENTO COMPOSTO.

Come abbiamo detto l’esempio precedente non è veritiero a livello numerico (è impossibile avere simili guadagni in così breve tempo con portafogli diversificati) ma è servito per comprendere le potenzialità del rendimento composto.
Evidenziamo quindi una stima dell’andamento medio storico per varie tipologie di portafogli (aggressivo, moderato e prudente) per vedere l’impatto del rendimento composto; fatto 100 il capitale iniziale investito otteniamo:

  • portafoglio aggressivo -> rendimento medio annuo 10% -> rendimento composto molto impattante (ritorno medio del 150% nel decennio)
  • portafoglio moderato -> rendimento medio annuo 5% -> rendimento composto mediamente impattante (ritorno medio del 60% nel decennio)
  • portafoglio prudente -> rendimento medio annuo 1% -> rendimento composto poco impattante (ritorno medio del 10% nel decennio)

Questi dati sono una media annua storica (dove a fronte di anni negativi si susseguono anni fortemente positivi) ed è quindi necessario considerare la volatilità del breve periodo:

  • nel lungo periodo l’investimento in portafogli aggressivi consente ritorni molto più elevati, a fronte di possibili perdite di breve periodo molto accentuate -> per chi non ha necessità di utilizzare il capitale nel breve termine sono i più indicati (soprattutto se si investe dopo un calo), mentre se si ha necessita del denaro a breve si rischia di dover disinvestire proprio in prossimità di una perdita senza possibilità di attendere il recupero successivo, in questo caso è meglio scegliere profili più moderati.
  • i portafogli moderati consentono di mitigare le perdite durante i crolli, a fronte di guadagni più limitati nel tempo
  • i portafogli prudenti sono indispensabili se si ha necessità di disinvestire a breve, onde evitare perdite che non possono essere recuperate mantenendo gli investimenti negli anni successivi

IN EVIDENZA

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