Prima di entrare nei dettagli, diamo una spiegazione in merito agli impatti economici delle politica monetarie delle banche centrali:
- POLITICHE ESPANSIVE: utili in situazioni di crisi economica perchè aumentano la massa monetaria in circolazione (e indirettamente anche il debito), incentivando gli investimenti e aumentando l’inflazione; quindi le politiche espansive (utili in periodi di recessione e deflazione) devono essere implementate con cura onde evitare bolle speculative sul debito (vedi subprime causati da tassi mantenuti artificiosamente bassi) o forti incrementi di inflazione se implementate quando non più necessarie (come la situazione post covid).
- POLITICHE RESTRITTIVE: utili in situazioni di crescita economica perchè diminuiscono la massa monetaria in circolazione, limitando l’aumento del debito e contenendo l’inflazione; le politiche restrittive sono fondamentali per tutelare risparmi e stipendi dei cittadini dall’inflazione e mantenere una crescita economica equilibrata e sostenibile nel lungo periodo.
Per implementare la politica monetaria le banche centrali hanno le seguenti possibilità (elenchiamo quelle più significative):
- TASSI DI INTERESSE: abbassando i tassi di interesse si implementano politiche espansive perchè i bassi tassi incentivano gli investimenti a debito, il quale crea un aumento di massa monetaria sfruttando il “moltiplicatore monetario” (approfondisci) che incide sull’aumento dell’inflazione, da utilizzare quindi in situazioni di recessione e deflazione. Viceversa aumentando i tassi di interesse si implementano politiche restrittive perchè i tassi alti limitano l’indebitamento evitando bolle finanziarie, diminuendo anche la massa monetaria in circolazione contenendo l’inflazione (meno moneta in circolazione, minor aumento dei prezzi, maggior tutela di risparmi e stipendi).
- QUANTITATIVE EASING (QE): è uno strumento di politica monetaria ultraespansiva non convenzionale (reso praticamente convenzionale nell’ultimo decennio) che viene implementato in situazioni di forte crisi dove anche tassi di interesse nulli (o negativi) non riescono a migliorare la situazione economica, in questa situazione la banca centrale crea direttamente denaro dal nulla (ormai il denaro sono dei bit sui server) e lo riversa nel sistema acquistando titoli di stato (cioè debito pubblico) sul mercato secondario (vedi come funziona) finanziando quindi indirettamente anche il debito pubblico stesso e mantenendo i tassi su esso bassi grazie agli acquisti. Questo strumento andrebbe utilizzato con criterio perchè la creazione indiscriminata di moneta può portare a bolle sui mercati e iperinflazione (come infatti è avvenuto): la liquidità creata finisce inevitabilmente o sui mercati (creando bolle finanziarie speculative molto pericolose come quella esplosa sui bond) o nell’economia reale (aumentando inevitabilmente i prezzi).
- TAPERING: è uno strumento di politica monetaria parzialmente restrittiva, si tratta della diminuzione del quantitative easing dove la creazione di moneta in questa situazione prosegue in modo sempre minore fino a terminare che coincide con la fine del QE. Da evidenziare che anche con il termine del QE, tutta la liquidità creata e immessa nel sistema rimane tale (non viene più incrementata ma rimane nel sistema come possiamo vedere nel grafico successivo in merito all’attuale bilancio BCE).
- QUANTITATIVE TIGHTENING (QT): è lo strumento di politica monetaria restrittiva necessario per drenare (cioè eliminare) la liquidità immessa precedentemente nel sistema tramite il QE. Come si può intuire, questo strumento è fondamentale in situazioni di iper inflazione per drenare ed eliminare la liquidità in eccesso creata precedentemente nel sistema (minore denaro in circolazione –> diminuzione inflazione). Per far questo la banca centrale ha 2 strumenti: attendere la scadenza dei titoli di stato in portafoglio comprati in precedenza e quando ottiene il rimborso da parte degli stati eliminare la liquidità (che aveva creato in precedenza per l’acquisto), oppure vendere sul mercato i titoli di stato prima della scadenza e annullare la liquidità ottenuta (ovviamente questa seconda modalità è più aggressiva e sarebbe meglio privilegiare la scadenza dei titoli come sta effettivamente attuando la BCE in minima parte). Da questa spiegazione si intuisce perchè il debito pubblico in pancia alle banche centrali non può essere annullato per lasciare la liquidità agli stati come si sente spesso in alcuni dibattiti, così facendo non si potrebbe drenare la liquidità in eccesso e l’iperinflazione rimarrebbe tale senza possibilità di abbassamento (vedi iperinflazione ingestibile in Argentina).
Ovviamente il QT porta a forti disinvestimenti sul debito pubblico da parte della banca centrale e questo deve essere supportato in autonomia dagli investitori privati sul mercato (vedi funzionamento); per un paese molto indebitato come l’italia perdere il supporto di un finanziatore come la banca centrale è rilevante, tuttavia non ci sono alternative vista l’inflazione elevata (l’altra possibilità è mantenere il supporto al debito tramite la banca centrale ma questo significa inflazione elevata nel tempo cioè forte aumento costante dei prezzi che erode potere d’acquisto di stipendi e risparmi dei cittadini). Tuttavia l’applicazione delle politiche restrittive sta creando un’opportunità storica di investimento a basso rischio per chi ha liquidità disponibile visto che i tassi sui bond già quotati si adeguano ai nuovi tassi di interesse e possono essere acquistati a forte sconto (approfondisci).
Ad oggi la BCE ha terminato il Quantitative Easing ed ha alzato i tassi di interesse al record storico dalla sua nascita per combattere l’inflazione (creata anche dalle politiche troppo espansive precedenti), mentre il Quantitative Tightening (cioè il drenaggio della liquidità dal sistema) è iniziato in modo parziale (come possiamo vedere dal prossimo grafico).
BILANCIO BCE
- AUMENTO BILANCIO –> applicazione politiche espansive con creazione monetaria (da 2 mila miliardi del 2015 a oltre 8 mila miliardi del 2022)
- DIMINUZIONE BILANCIO –> applicazione politiche restrittive con drenaggio monetario dal sistema (da oltre 8 mila miliardi del 22 a meno di 7 mila miliardi attuali)
COME SFRUTTARE LA PROTEZIONE DELLE OBBLIGAZIONI IN UN PORTAFOGLIO DI INVESTIMENTO ANCHE AZIONARIO
Il fatto che la restituzione delle obbligazioni avvenga sempre a 100 in una data specifica (salvo fallimento emittente, quindi fondamentale diversificare) e la presenza di cedole pagate durante la vita del titolo, ci consente di utilizzare questi preziosi strumenti per costruire un portafoglio a basso rischio / alto rendimento anche con componente azionaria, soprattutto in momenti con tassi di interesse elevati. Inoltre, in caso di ribasso dei tassi futuri, l’investimento in bond a tasso fisso blocca gli interessi annui per tutta la durata dell’investimento e quindi se i tassi dovessero diminuire avremmo il vantaggio di ottenere un guadagno sul prezzo dei titoli (praticamente l’opposto di quanto avvenuto nell’ultimo periodo dove l’aumento dei tassi ha fatto crollare il prezzo delle obbligazioni già emesse perchè aventi tassi minori). Vedi in dettaglio il funzionamento (clicca).
Per esempio se acquistiamo alcune obbligazioni a tasso fisso di emittenti differenti (per diversificare il rischio) con costo medio sul mercato di 80 e scadenza media 10 anni, sappiamo preventivamente che attualmente il nostro esborso è 80 ma che tra 10 anni la restituzione sarà 100. Quindi possiamo sfruttare il 20 di differenza risparmiato in fase di acquisto da poter investire nella componente azionaria che in un decennio dovrebbe portare a ritorni interessanti, sapendo comunque che questo 20 ci verrà restituito alla scadenza delle obbligazioni e che quindi il nostro capitale iniziale dovrebbe essere garantito, anche se la componente azionaria dovesse azzerarsi.
Esempio utilizzando 100 mila euro iniziali
- acquisto mix obbligazionario scadenza 10 anni a prezzo medio di 80 –> esborso iniziale 80 mila euro (risparmio 20 mila euro)
- acquisto ETF azionario globale utilizzando i 20 mila euro
- a scadenza: rimborso mix obbligazionario di 100 mila euro (valore nominale a scadenza) + risultato andamento componente azionaria (anche se 0 il capitale iniziale è tutelato dal guadagno della parte obbligazionaria) + cedole pagate dalle obbligazioni durante gli anni
E’ anche possibile acquistare obbligazioni che hanno un valore nominale a 100 (in questo caso a scadenza non avremmo guadagni sulla differenza di prezzo) ma che pagano cedole elevate durante la vita del titolo e investire tali cedole in componente azionaria creando un PAC semestrale. Anche in questo caso il capitale iniziale a scadenza sarebbe tutelato per la restituzione del 100 nominale, mentre le cedole sarebbero state utilizzate per la parte azionaria.
Come possiamo vedere la componente obbligazionaria ci consente di impostare un portafoglio con un rischio prestabilito e con una ragionevole tutela del capitale iniziale a scadenza, tentando anche di sfruttare gli interessi spostandoli sulla componente azionaria che nel medio periodo ha sempre portato ottimi risultati.
Gestire in autonomia questa attività richiede tempo e può anche essere complesso per i non addetti ai lavori, per questo esistono gestioni patrimoniali con portafogli bilanciati che implementano questa strategia per i clienti, tuttavia è fondamentale selezionare un intermediario a basso costo onde evitare di far erodere i guadagni della gestione dalle commissioni.
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