Bail-in: tutelare i risparmi !

Mediamente le persone dedicano 40 ore la settimana per oltre 40 anni di vita per percepire uno stipendio e quando con questo stipendio riescono a crearsi un minimo risparmio impiegano meno di una giornata ad investirlo in qualcosa che non conoscono facendosi consigliare dal primo impiegato della banca che hanno scelto (spesso casualmente) negli anni precedenti come se fosse un fastidio da risolvere velocemente, quando invece la gestione oculata del risparmio nel tempo può dare risultati anche superiori a quello che si ottiene con la retribuzione lavorativa e purtroppo in questo ambito la cultura italiana è carente.
Questo atteggiamento andava bene in un sistema protezionista e statalista come era l’italia nei decenni precedenti e farebbe pensare che quel sistema fosse meglio di quello attuale ma quasi la totalità dei problemi attuali derivano proprio da quel sistema che fortunatamente si stà cercando di modificare con il bail-in (vedi articolo) e che prevedeva la gestione allegra delle finanze scaricando i debiti sulle generazioni future che oggi stanno pagando il conto.

Per semplificare, l’idea del bail-in è quella per cui le banche se falliscono non possono essere salvate con il denaro dei contribuenti (cioè utilizzando la tassazione o con debiti pubblici che dovranno essere ripagati dalle future generazioni come ha sempre fatto questo paese e in questo ambito anche tutto il mondo) ma a pagare la bancarotta devono essere gli investitori, gli amministratori e in ultima istanza anche i correntisti che hanno scelto di depositare il denaro in quell’istituto senza scaricare il tutto sulla collettività.

Esprimendo il concetto in questo modo dove si evidenzia che la legge vuol abolire i salvataggi privati con soldi pubblici forse molti cittadini inizieranno a cambiare idea su di essa e inizieranno ad apprezzarla.
Come ogni legge ha ovviamente le sue ripercussioni e se in passato in caso di problemi ci pensava lo stato, d’ora in poi sarà il singolo cittadino che dovrà gestire il proprio denaro a suo rischio e pericolo perché gli altri cittadini non saranno più tassati per ripagare le possibili perdite di altri.
Spiegato in questo modo la scelta della banca sembrerebbe quasi simile al gioco d’azzardo ma l’informazione ci permette di capire che non è assolutamente così e questo è possibile proprio grazie a una cosa che questo paese fatica ancora poco ad apprezzare (perché molto legato ai monopoli) e cioè la concorrenza, anzi questo permetterà di responsabilizzare gli istituti bancari che sapendo di non avere più lo stato a disposizione saranno più oculati nelle decisioni onde evitare una replica della terribile crisi del 2007.

Come Gestire il Risparmio: DIVERSIFICARE

  • Le banconote sotto il materasso probabilmente è una delle peggiori scelte che si possa fare perché oltre al rischio furti (aumentati esponenzialmente con la crisi) in europa c’è il problema dei partiti anti euro e nel caso di un ritorno (anche se remoto) alla valuta nazionale le banconote in euro potrebbero non valere più nulla.
  • I depositi bancari (si parla di denaro liquido sul conto corrente e anche dei conti deposito ma non di investimenti finanziari che non hanno nessuna tutela) sono tutelati fino a 100 mila euro per ogni intestatario per singola banca anche in caso di fallimento quindi:
  • per conti cointestati la garanzia è di 200 mila euro
  • per una persona fisica che avesse 100 mila euro su 10 banche differenti la tutela sarebbe completa mentre una persona fisica con 10 conti correnti da 100 mila euro sulla stessa banca o  con un conto da 1 milione di euro, in caso di fallimento sarebbe soggetto a una perdita di 900  mila euro.

Con questi piccoli accorgimenti si è gia tutelato completamente il proprio risparmio quindi come si può vedere la legge consente ampi margini di manovra al risparmiatore che rischierebbe di perdere il denaro solo in caso di pigrizia (ma l’idea di questa legge è appunto quella di responsabilizzare le banche e i cittadini in modo da non caricare sulle spalle della collettività gli errori del singolo).

In questo punto però mi permetto di aggiungere una nota puramente di carattere personale, se la banca a fallire fosse una banca sistemica si riuscirebbe a tutelare tutti i milioni di correntisti fino a 100 mila euro?
Bisogna premettere che dopo il 2007 le banche sistemiche (quelle molto grandi) sono ipercontrollate dagli organi di vigilanza e quindi sono nettamente più sicure delle banche medie o piccole però un loro evento catastrofico renderebbe problematica la gestione dei risarcimenti quindi la mia opinione anche in questo caso è diversificare su più banche (ricordo che stiamo sempre parlando di denaro sul conto corrente e non di investimenti finanziari di cui ci occuperemo successivamente):
a livello legale come abbiamo detto è sufficiente avere un conto sotto i 100 mila euro per essere sicuri del risarcimento ma se ci fossero dei problemi da parte del sistema a reperire il denaro? senza contare il fatto che la restituzione non sarebbe immediata.
La miglior scelta sarebbe quella di avere almeno 2 banche con 2 conti da 50 mila euro o meglio ancora 5 banche con conti da 20 mila, in questo caso se ci fosse il fallimento di un istituto il nostro rischio sarebbe di soli 20 mila euro (che per legge dovrebbero essere risarciti ed essendo l’importo basso è più probabile che ciò avvenga al 100%) mentre disponiamo ancora degli altri 80 mila euro custoditi in banche differenti, se avessimo un solo conto di 100 mila euro dovremmo attendere la restituzione sperando che la legge venga applicata alla lettera altrimenti avremmo perso tutti i nostri risparmi.
Come è evidente tutelare il proprio risparmio non è complicato, è solo questione di informazione e di un minimo spreco di tempo per applicare le scelte, diversamente il risparmiatore potrebbe pagare cara la propria pigrizia ma come si suol dire chi è causa del suo mal…

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