Non investire E’ una scelta di investimento, a volte molto rischiosa

Facciamo subito una premessa, nel credo comune quando si parla di investire si associa la parola stessa a qualcosa di rischioso fatto da persone abbienti che utilizzano forti somme di denaro in attività speculative per ottenere lauti guadagni a fronte di grandi rischi, oppure si pensa a persone comuni che utilizzano il denaro per scommesse finanziarie.
Ecco, il termine investire con quanto detto sopra non c’entra assolutamente nulla ed è uno dei motivi per cui le persone travisano assolutamente il concetto reale di investimento, se investire fosse quello specificato sopra allora tanto vale divertirsi al casinò.

Il concetto di investimento è completamente diverso e significa cercare di tutelare o incrementare i propri risparmi in base al proprio profilo di rischio e a differenza del credo comune, anche non effettuare alcun investimento mantenendo tutti i risparmi in liquidità (cioè in contanti) è una scelta di investimento (che tra l’altro potrebbe essere molto rischiosa perchè non diversificata).

Questo non vuol dire che mantenere tutti i risparmi in liquidità sia sbagliato a prescindere, anzi vuole sottolineare che questa è comunque una scelta di investimento che può essere ottima o pessima in base alla situazione economica in cui ci troviamo.

Se torniamo agli anni 70 con l’inflazione al 20% (cioè con i prezzi che aumentavano in media del 20% ogni anno), chiunque avesse scelto di lasciare i risparmi in liquidità senza effettuare nessun investimento, avrebbe avuto la certezza matematica di dimezzare i risparmi nel giro di pochi anni vista la perdita di potere d’acquisto della valuta.
In questo caso quello che era percepito come sicurezza era la scelta perfetta per perdere denaro.
Infatti all’epoca nacque il termine bot e btp people dove le persone prestavano denaro allo stato comprando appunto titoli del debito pubblico in cambio di interessi che generalmente coprivano l’inflazione stessa in modo da tutelare il risparmio (tralasciando tutti gli squilibri che questa politica ha creato, vedi approfondimento).
Sempre in questo periodo iniziò anche la corsa all’immobiliare, vista la perdita di potere d’acquisto della moneta si acquistava un bene che si rivalutava nel corso degli anni.
Questi sono esempi di forma di investimento molto oculata.

Ad oggi invece la situazione è completamente cambiata, la crisi ha portato le banche centrali ad effettuare delle politiche di abbattimento dei tassi di interesse ma nonostante questo buona parte delle economie si trova in deflazione (cioè i prezzi calano nel corso degli anni).
In questa situazione la scelta di mantenere tutto il denaro in liquidità può essere una scelta vincente (anche se questa scelta è la causa stessa della crisi economica globale perchè il denaro “fermo” non alimenta l’economia reale), l’importante è essere consapevoli che si sta facendo una scelta di investimento e non credere che la liquidità sia sempre neutra ed ottimale perchè non lo è (come abbiamo visto negli anni 70).

In pratica possiamo riassumere la scelta di investimento in liquidità in questo modo: se si investe in liquidità (che equivale a lasciare il denaro fermo sul conto corrente) si scommette su una recessione dell’economia dove il denaro acquista valore rispetto all’economia stessa, viceversa se si investe in fondi, azioni, immobili, ecc si scommette su una crescita dell’economia dove il denaro perde valore rispetto all’economia stessa, quindi mantenendo i risparmi in denaro si perderebbe potere d’acquisto.

Inoltre in un’economia globalizzata, con internet bastano 5 minuti per investire in aree con valute diverse in base alla situazione economica delle singole zone cercando di acquistare la valuta che riteniamo rappresenti l’economia migliore del momento che dovrebbe aumentare il valore di quella moneta rispetto alle altre (valutando anche le politiche delle banche centrali).

Se iniziassimo a valutare il denaro come una variabile (dove se aumenta il suo valore diminuisce quello dell’economia e viceversa) intuiamo immediatamente che mantenere tutti i risparmi in liquidità è una scelta di investimento e non di neutralità che nel sistema finanziario attuale non esiste.

RETAGGIO STORICO
Tornando agli anni 70 l’italia basò i suoi investimenti su titoli di stato e immobiliare per tutelarsi dall’inflazione.
Il problema fondamentale è che la popolazione ritiene queste scelte ottimali in ogni frangente, quando in realtà sono vere e proprie scelte di investimento che possono essere fortemente penalizzanti in base al momento economico in cui ci si trova.
Questo modo di pensare ha portato molte persone ad acquistare abitazioni anche durante la bolla del 2007 basando la scelta su questo assunto “il prezzo delle case sale sempre” o ad acquistare titoli di stato anche nel momento attuale con tassi quasi negativi perchè ritengono che “lo stato non può fallire” ma questa affermazione oltre a essere falsa non tiene conto che in caso di rialzo dei tassi, l’investimento in titoli di stato porterà a ritorni fortemente negativi in conto capitale (a meno di non tenere il capitale immobilizzato fino a scadenza e sperando che lo stato sia sempre solvibile cioè che restituirà l’investimento totalmente).
Questo modo di ragionare è dovuto appunto al fatto che sia le abitazioni che i titoli di stato non sono considerati investimento ma beni fissi che tutelano i risparmi, e lo stesso ragionamento viene fatto per la liquidità.
Per questo motivo molte persone hanno acquistato abitazioni che ad oggi hanno perso il 30% del valore oltre alla tassazione annessa (tralasciando i titoli bancari quasi la totalità dei titoli azionari hanno avuto ritorni maggiori rispetto all’immobiliare che tuttavia continua a essere percepito come privo di rischio) o continuano ad acquistare titoli di stato che a fronte di tassi di interesse risibili nascondono un rischio paese non bilanciato dal rischio stesso che si assume acquistandoli (vedremo un approfondimento sul tema successivamente).

RISCHIO CONTANTE E LIQUIDITA’
Vista la situazione di deflazione la scelta della liquidità sul conto corrente e del contante in questo contesto è ottimale ma a condizione di essere consapevoli che è una scelta di investimento non necessariamente valida in ogni circostanza, inoltre bisogna ricordare che mantenere tutto il denaro in liquidità è equivalente ad effettuare un solo investimento senza diversificazione con tutti i rischi annessi (ad oggi equivale a perdere il possibile guadagno dato dalla ripresa economica ma nei periodi storici scorsi equivaleva a una perdita molto pesante del potere d’acquisto, a denotare che la scelta della liquidità è un investimento).
Inoltre ci sono alcune variabili in gioco da tenere in considerazione per questa scelta in base alla nuova legge sul bail-in (vedi approfondimento) ed anche su una possibile patrimoniale che viene spesso evocata anche se smentita per sistemare lo squilibrio dei conti pubblici.
Se uno scenario di questo tipo dovesse materializzarsi, sicuramente la liquidità sarebbe la prima ad essere colpita a sottolineare che mantenere il denaro liquido è comunque una scelta di investimento.

GUARDARE AL FUTURO
Quanto detto fin’ora influisce anche sulla vita futura delle nuove generazioni che vivendo in un’epoca di deflazione non hanno grande consapevolezza del significato di investimento che molto spesso si limita al contenimento della spesa e al mantenere una certa liquidità sul conto corrente (paradossalmente erano più istruiti i nostri nonni e genitori, i quali conoscono perfettamente cos’è un titolo di stato, cosa molto spesso sconosciuta ai giovani, il che evidenzia l’assoluta necessità di istruzione finanziaria nelle scuole).
Bisogna rendere consapevoli le nuove generazioni che il welfare del nostro paese sta cambiando e che in futuro non ci sarà il papà stato a risolvere il problema di ogni cittadino (la situazione economica del paese non lo permette) il quale dovrà organizzare il proprio futuro con gli investimenti personali, soprattutto con una pensione integrativa che deve necessariamente comprendere un’assicurazione sia sanitaria che sull’invalidità.
Purtroppo questo tema non è per nulla sentito ma in una società dove l’aspettativa di vita cresce sempre di più è fondamentale divulgare il concetto che in futuro il sistema statale non riuscirà a coprire certe situazioni che saranno sempre più presenti e quindi il singolo cittadino deve muoversi per tempo e tutelare la propria persona per il futuro.
Questo è il vero concetto di investimento visto che con la sola liquidità ferma sul conto corrente come imperativo categorico si rischia di rimanere con il classico cerino in mano…


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